Il futuro del nostro pianeta


L'ultima clamorosa notizia geologica arriva dall'Africa Orientale: il suolo si e' aperto prima della fine
dello scorso anno, lacerato dal movimento delle placche tettoniche che allontanano la penisola
arabica dall'Africa. I satelliti artificiali hanno rilevato uno spostamento di ben 8 metri su una linea di
60 chilometri che va dall'Etiopia al Mar Rosso, non se ne ha notizia solo perche' il fatto riguarda una
regione del mondo poco popolata . . . Non e' che uno dei tanti episodi che stanno sconvolgendo la
superficie del nostro pianeta, infatti, negli ultimi mesi abbiamo assistito anche ad un improvviso
risveglio di alcuni vulcani molto pericolosi sia in America che in Indonesia.
C'e' un collegamento tra questi fenomeni?
Ci puo' essere un rapporto tra il gigantesco terremoto che ha provocato lo
tsunami di due anni fa e le recenti attivita' geologiche?
Non sara' che la terra si sta arrabbiando a causa delle malefatte dell'uomo?
Per quanto audace sia questa ipotesi, in un certo senso e' proprio cosi: secondo alcuni scienziati,
con i ghiacciai che si sciolgono e il livello del mare che aumenta per l'effetto serra prodotto
dall'uomo, sta avvenendo un grande spostamento di masse terrestri capace di scatenare
eruzioni, terremoti e non solo . . .
E' possibile che questo grande organismo, la terra, sia influenzato dall'uomo
fino alle ossa e alle sue viscere?
Ebbene si, l'aumento della temperatura globale sta facendo sciogliere i ghiacciai e ciò sta
portando ad una redistribuzione dei pesi su tutto il pianeta; la variazione della pressione
esercitata dai ghiacciai e dai mari sta alleggerendo alcuni continenti che tendono a sollevarsi e
appesantendo i fondali marini dando vita a terremoti e tsunami. Questo cambiamento di
pressione incide anche sulle camere magmatiche dei vulcani, alleggerendole diventa molto
piu' probabile l'aumento dell'attivita' vulcanica.
L'attuale innalzamento del livello del mare dovuto al riscaldamento globale
e' ben poca cosa (si prevede poco piu' di 1,5 metri entro il 2100), ma potrebbe comunque
attivare vulcani che oggi sembrano spenti (pressioni di quantita' minori infondo hanno causato
disastri come la tragedia del Vajont nel 1963).
Questo quadro gia' preoccupante presenta un ulteriore complicazione: il riscaldamento, se
continuasse cosi per tutto il secolo, potrebbe far evaporare grandi quantita' di gas metano
intrappolate in fondo agli oceani e, dato che il metano e' un gas serra, la temperatura globale
tenderebbe ad innalzarsi ancor di piu' creando un circolo vizioso.

E non e' tutto . . .

E' vero che gli oceani stanno diventando piu' dolci?
Attualmente l'acqua fredda e salata affonda a nord e scorre a grandi profondita' verso sud,
fino ai tropici, dove si riscalda, risale e ritorna verso nord garantendo cosi all'Europa
Settentrionale un clima temperato.
Diversi studi testimoniano la dolcificazione degli oceani; negli ultimi 40 anni, in conseguenza
dello scioglimento particolarmente sostenuto, nell'Oceano Atlantico sono stati immessi circa
19.000 chilometri cubi di acqua dolce. Tale quantitativo potrebbe essere gia' sufficiente per
determinare il rallentamento delle correnti marine (come quella del golfo), un quantitativo
maggiore ne causerebbe il blocco e impedirebbe il trasporto di calore dalle aree tropicali a
quelle polari facendo in modo che la terra venga suddivisa in fasce climatiche molto
differenziate tra loro.
Che cosa accadrebbe se l'acqua degli oceani fosse piu' dolce?
Le ricadute sarebbero soprattutto climatiche; l'acqua salata congela a circa -2*C
mentre quella dolce a 0*C, se i mari fossero composti d'acqua dolce, il limite di espansione
dei ghiacci polari scenderebbe a latitudini inferiori: da 70 gradi di oggi a 60, di conseguenza
gran parte del Canada, degli Stati Uniti, dell'Asia e dell'Europa risentirebbero di una forte ondata
di gelo e di una riduzione notevole dei raccolti e dunque, nel tempo, la popolazione della terra
diminuirebbe.

Ma allora il pianeta tende a surriscaldarsi o a congelarsi?

Quelle spiegate fin ora sono due fasi completamente opposte che sembrano annullarsi
l'un l'altra ma che invece son ben collegate tra loro, la teoria vuole che il pianeta tendi a
surriscaldarsi nella prima fase per poi precipitare nella glaciazione della seconda; in questi
ultimi anni stiamo assistendo in pratica alle primissime conseguenze previste in detta prima fase
e penso bastino come prova di cio' a cui l'umanita' sta andando in contro.
Per quanto riguarda il secolo corrente, il comitato intergovernativo per i cambiamenti climatici,
cioe' l' ipcc (Intergovernmental Panel on Climate Change), prevede che se si andra' avanti cosi,
per la fine del secolo la temperatura globale aumentera' tra 1,4 e 5,86 gradi. Se a qualcuno puo'
sembrare poco, va ricordato che dal 1861 a oggi la temperatura e' aumentata di 0,6 gradi: tanto
e' bastato per determinare gia' gravi riduzioni dei ghiacciai e l' aumento delle aree desertiche
della terra.
Per quanto riguarda il prossimo secolo invece si sta evitando di dare previsioni, non tanto perche'
siano difficili da azzeccare, ma per lo piu' perche' oltre ad appartenere a quella seconda fase troppo
lontana per poter esser presa in considerazione, risulterebbero pure troppo apocalittiche e troppo
pesanti da accettare.
Pessimismo o ottimismo?
Essere pessimista significa aver letto tutto cio' che ho scritto fin ora; essere ottimista invece, significa
incominciare a realizzare 10.000 piattaforme di pompaggio ad energia eolica capaci di spingere e
stabilizzare la Corrente del Golfo; 100 navi capaci di trasportare centinaia di migliaia di tonnellate
di solfato di ferro da buttare nel mare per nutrire quei microrganismi che assorbono
l'anidrite carbonica disciolta; 1.000.000 di palloni aerostatici capaci di trasportare ciascuno
una tonnellata di zolfo (idrogeno solforato) per poi liberarlo nella stratosfera e permettergli di creare
uno scudo capace di ostacolare buona parte dei raggi solari; e ancora navi sparavapore e
ombrelli spaziali, ma non di certo si puo' pensare di risolvere tutto semplicemente verniciando
di bianco i tetti e le strade per riflettere i raggi o affidandoci all'ultima recentissima
teoria che prevede la possibilità che un attivita' vulcanica intensa liberi, su larga scala, grandi
quantita' di fumo tanto da formare nubi che farebbero da tappo al buco dell'ozono o continuando
a sperare sempre e solo nella "PROVVIDENZA".
Dovremmo ricordarci piuttosto di impegni come il Protocollo di Kyoto per la riduzione del 5%
dei gas serra entro il 2008, ma purtroppo i paesi firmatari lo rispettano a fatica, anzi, l'Italia ha
aumentato le emissioni del 7% e gli Stati Uniti lo ignorano del tutto dimostrando di non aver
rispetto e di non preoccuparsi del pessimo regalo che si fara' alle future generazioni.
La gravita' dei danni che potremmo procurare non si conosce di preciso, ma nel dubbio
faremmo meglio ad optare per uno sviluppo sostenibile, cioe' piu' rispettoso del sempre piu'
delicato equilibrio ecologico del nostro pianeta.
Conclusioni . . .
Spero non saremo mai capaci di dare tutta la colpa solo ai 2,5 miliardi di bovini e ovini
la cui flatulenza (500 litri di metano ciascuno al giorno) e' responsabile di un quinto
dell'incremento dell'effetto serra negli ultimi 200 anni come spero che gia' da subito,
nel nostro piccolo, incominceremo "almeno noi" a dare il nostro contributo alla causa
utilizzando l' automobile solo quando strettamente necessario anche se veramente
smettere di inquinare non basta più.


Tobia Nunzio


 

 

Home